|
|
| Un esempio: nello scorso aprile su una spiaggia del Kent la polizia ferma un individuo che non risponde alle domande. Viene condotto in un ospedale psichiatrico, ma anche ai medici non risponde. Gli viene dato un foglio e una matita: «scrivi il tuo nome» , ma lui niente. Dopo ulteriori insistenze comincia a tracciare dei segni: disegna un pianoforte a coda. Allora viene fatto sedere di fronte a un piano e - i media ci informano - lo smemorato comincia a suonare. Quattro ore di «ottima musica classica» di fronte a un pubblico di medici e infermiere, stupiti ed estasiati. Pagine e pagine di articoli, ampi servizi sui telegiornali. Da fabulazione a fabulazione, si fanno ipotesi tra le più romanzesche e stravaganti. Un grande musicista colto da amnesia? Un professore d’orchestra, un solista, un compositore? Per tutti lo smemorato diviene Piano Man . Dopo quattro mesi il tipo parla ed esce fuori la verità, riportata solo da veloci trafiletti su qualche giornale e subito archiviata perché stavolta la notizia non fa spettacolo. Si tratta di un omosessuale tedesco con problemi di esaurimento nervoso, in fuga dalla famiglia e chissà da cos’altro. E dice anche che non sa assolutamente suonare il pianoforte. Che ha disegnato lo strumento perché era la prima cosa che gli era venuta in mente. Allora tutti ammettono che non ha mai suonato «ottima musica classica» , ma ha solo pestato sui tasti, in maniera disordinata e sempre le stesse note. Dunque - è questa considerazione che fa diventare istruttivo questo aneddoto di poco conto - per la maggioranza, alla quale certamente sono sfuggite le veloci smentite, quella di Piano Man rimane una storia misteriosa e romantica. Per tutti costoro la realtà è destinata a rimanere quella - di pura invenzione - del musicista smemorato chiuso in un manicomio del Kent e non quella - autentica - dell’omosessuale riportato ad agosto in Baviera. Ecco come si confezionano le notizie! Assumiamo subito il redattore di quel giornale.
|
| |