discussioni profonde

mi permetto qui di iniziare alte e al contempo profonde disquisizioni sulle cose importanti della vita, cercando di inventare una sorta di satira filosofica.

mi è stato chiesto: che cosa vuoi dalla vita?
io nol sapendo che vagheggiare in quel mentre dissi: una vita normale; senza badare che il mio interlocutore non poteva intendere cosa io intendessi per normalità, non conoscendo punto che grado di bizzarreria io abbia passata nella vita e quanto ne sia stufa. difatti ello non capì.

ma ripensandoci alquanto so cosa devo ribadire all'imbusto: io desidero che al mio funerale ci sia gente.
tanta gente. che si accapiglino a chi deve addossarsi il feretro come fecero per mia nonna. se così fosse, anche se è possibile che non venga a saperlo, starei certa che nella vita qualcuno ha dato valore al mio passaggio.

e voi, cosa volete dalla vita?

un'altra interpellanza potremmo farci: perchè ci incapitiamo di quello che fanno i vicini di casa? non ne abbiamo già abbastanza di nostri di guai, senza scervellarsi del perchè la tal signora è scesa di casa benvestita oppure in ciabatte?
alcuni addirittura si infervoriscono talmente tanto nel dispetto pel vicino che si ingengnano quotidianamente qualche mossa che li possa disturbare. ma dico non hanno una vita propria?

ancora di filosofica importanza è: se ci gratifica come niente altro aver qualche nuovo rapporto perchè non ci parliamo per strada?
abbiamo dovuto perfino inventrci internet per riuscire a dialogare con la gente senza il rischio di rivolgergli la parola.

ritenendo di aver scritto abbastanza proseguirò in data non prevedibile.

squeak

domanda stravagante: è giusto che gli zingari e i barboni abbiano il cellulare?
i barboni chi chiamano?
e perchè devo pagare i soldi per il cell di uno zingaro? dico io se ti do i soldi comprati da mangiare o da vestire.
gli zingari non hanno soldi ma ogni tre per due vanno in Romania che il viaggio costa 45 euro. e i soldi li chiedi a me? io non vado in vacanza per risparmiare e devo pagarti il viaggio in romania.
una volta gli e lo detto: "devo andare a mio paese" "beata te io non vado da nessuna parte".

come si possono portare gradualmente all'estinzione questi generi di persone, o meglio civilizzarli? Non è razzismo il mio ma caspiterina nel 21 secolo ancora gente che vive per strada e non si lava... come fanno essi stessi a non voler cambiare?