C'è una famiglia di
artigiani del legno che a Broccaminore e dintorni è nota fin dalla seconda metà del secolo XVIII, quando
Affuso I il Valoroso regnava invitto sull'allora piccolo ma già felice e prospero principato toposo.
Si tratta dell'illustre casata dei
Maggiolini, il cui capostipite
Maggiolino era stato compagno d'armi di
Metasorcio de' Metasorcibus ai tempi della terza crociata e poi, declassati di ceto per via di una certa propensione a svolazzare di padrone in padrone emettendo un curioso ronzìo, arrivarono in pieno Settecento offrendosi al servizio del Valoroso come intagliatori di mobili e sedie. L'apogeo della famiglia venne raggiunto intorno al 1765, allorché con
Giuseppe (
nel dagherrotipo sopra, ritoccato a photoshoppus), nativo del piccolo centro di Caviabiago, assursero al ruolo di
Mobilieri della Corte Rattale.
Intarsia tu che intarsio io, a fine del secolo XVIII il Sommo dell'epoca, tutto preso dagli impegni di Nume Tutelare e Rettore del Collegio Multadico, non aveva ancora saldato i conti del trentennio precedente. Presentatosi or dunque al Suo toposo cospetto con la fattura scritta a sangue
su una pergamena di capra ancora belante, come da tradizione, il Maggiolini si sentì rispondere che "lo Sommo non maneggia denaro, secondo il Multad, e poi a margine della cifra c'è scritto 'maggiolini', che è quel che ti devo, squeakk".
"Ma quella è la firma, o Sommo!" protestò l'ebanista maggiolare in lacrime. "Io però sono giusto e saldo il mio debito - soggiunse il Valoroso -. Non avendo ducati perché i tuoi simili pagani non hanno ancora pagato le decime, affido a te e alla di te famiglia diecimila maggiolini, ovvero gli scarabeidi, che sono una ricchezza in quanto nessuno ne possiede in così gran numero. Allo stadio larvale, ovviamente, perché sennò sarebbe come venderti un vitello ottuagenario".
Ottenuto quello che da allora in poi sarebbe stato noto come
saldo larvale a trent'anni a fine intarsio - 30 a.f.i. -, i Maggiolini, come colpiti da una maledizione fondata sulla dicerìa che comunque avrebbero lavorato senza pijasse 'na lira bucata, non riuscirono mai più a farsi pagare i propri lavori. E non avendo altro di cui sfamarsi, cominciarono a pasteggiare a coleotteri della specie omonima - di cui ormai avevano la casa piena - fino ad assumere un aspetto del tutto simile.
Tuttora i Maggiolini, scarabeizzati in maniera siffatta, intagliano cassettiere, tavoli, sedie e cassapanche nelle case signorili di Bocca e provincia. Godendo, tra l'altro, di privilegi rari:
viaggiare su un rombante Maggiolone (coi fiori sopra)
e abitare in una mag(gi)o(lo)ne adeguata al loro rango!
Edited by Cavia Cobaya - 3/11/2014, 01:12